Torre di Palme
,
63900 Fermo (FM)
Italia
Descrizione

Le belle colline che circondano la città di Fermo, digradando verso il mare, sono punteggiate da piccoli nuclei abitativi uniformemente distribuiti sul territorio, come è possibile riscontrare già nelle rappresentazioni pittoriche rinascimentali. Sulla sommità dei dolci declivi, lungo le fertili vallate dei fiumi o in prossimità del mare, si sono così sviluppati insediamenti che hanno aggregato la popolazione del contado, dando origine a frazioni le cui vicende storiche si sono spesso incontrate o scontrate con quelle di Fermo.

È questo il caso di Torre di Palme, fiero castello medievale munito di un saldo sistema difensivo, abbarbicato su uno sperone roccioso verso la distesa marina.

La storia di questo piccolo centro è emblematica della fierezza e dello spirito di indipendenza della gente locale: alle diatribe che nel medioevo videro Torre di Palme misurarsi con il predominio di Fermo, seguì un periodo di autonomia, concluso nel 1861 quando il paese divenne frazione di Porto San Giorgio per passare sotto l’amministrazione fermana nel 1878.

Borgo prediletto da molti villeggianti che ne sanno apprezzare il fascino, Torre di Palme propone scorci urbani incomparabili; le anguste vie, strette tra le facciate in cotto delle case fiorite di geranei, inquadrano ampie vedute del mare e delle colline circostanti. E se dall’alto il nastro dell’asfalto dell’autostrada e la ferrovia litoranea sembrano introdurre una nota stonata, basterà visitare le belle chiese medievali per reimmergersi in un’atmosfera di altri tempi. Lungo il corso, poco oltre l’antico palazzo priorale, si incontra quella gotica di Sant’Agostino che conserva un pregevole polittico di Vittore Crivelli: trafugato nel 1972, è stato in seguito recuperato e restaurato, pur mancando all’appello tre scomparti della predella. Una profusione di colori smaltati, vivificati dall’oro dei fondi, definisce le icastiche immagini dei Santi schierati su due ordini ai lati del trono sul quale siedono la Vergine col Bambino. La cornice originale in legno intagliato e dorato ancora unisce le varie tavole dipinte, formando un insieme coerente, spazialmente scandito secondo il ritmo disteso e pacato che ribadisce il tono malinconico dei volti. Non più recuperato dopo il furto subito nel 1921 risulta invece il polittico di Jacobello di Bonomo, rara testimonianza figurativa degli intensi rapporti tra Venezia e il Fermano.

Proseguendo lungo il corso si giunge alla chiesa di Santa Maria a Mare, le cui strutture murarie recano i segni di varie modifiche subite nel corso dei secoli che non hanno del tutto cancellato l’impianto gotico del tempio. Splendenti bacini in maiolica risalenti al XIV secolo ne decorano la facciata e il campanile, mentre all’interno, sulla parete sinistra del presbiterio, ancora si ravvisa una gentile raffigurazione della Madonna di Loreto, affrescata da un ignoto pittore locale operante nell’orbita di Paolo da Visso. Usciti dalla chiesa, un ampio belvedere consente all’occhio di spaziare lungo le rive sabbiose dominando l’abitato di Porto San Giorgio, il moderno porto turistico e l’antico santuario di Santa Maria  a Mare, sin dal medioevo importante centro devozionale di grande richiamo

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