Una terra che ancora oggi mantiene la propria identità sulle attività tradizionali, dalla lavorazione della ceramica a quella della paglia ancora oggi ricordano l’operosità del popolo fermano.
Una terra che ancora oggi mantiene la propria identità sulle attività tradizionali, dalla lavorazione della ceramica a quella della paglia ancora oggi ricordano l’operosità del popolo fermano.
L’artigianato artistico del territorio, si basa su attività di lavoro di antiche tradizioni eseguite con materiali caratteristici, che convivono, con le più moderne tecnologie. In questo piccolo territorio, operano più di 200 aziende, ed in alcune di esse è possibile acquistare ceramiche, cappelli di tutti i tipi e per tutte le età, ma anche sciarpe, borse e altri prodotti.
Procedendo dalla SP239, verso la SP48 in direzione di Montappone, raggiungiamo Massa Fermana e l’inizio del nostro itinerario all’interno del Museo del Cappello e degli Antichi Mestieri di Strada, situato al pian terreno dell’antico castello. Sicuramente è il miglior modo per conoscere le tipiche lavorazioni ed i macchinari usati, prima di girovagare per fare qualche acquisto.
Ritornando verso Montappone possiamo divertirci all’interno della Mostra del Cappellaio Pazzo e del Museo del Cappello. Fra pagliette, cilindri e feluche possiamo trovare l’ultimo cappello indossato da Federico Fellini. Siamo immersi nel cammino dei cinque nodi: cinque paesi, ormai socialmente annodati nel Distretto del cappello, che hanno intessuto i loro rapporti sulla tradizione dei fili di paglia.
Monte Vidon Corrado è così vicino che è un peccato non andarci. In questo piccolo borgo Misteriose Amalasunte, Numeri Magici, Angeli Ribelli e Lune Gialle ricordano il geniale pittore Osvaldo Licini. È uno dei luoghi in cui si concentra la famosa lavorazione della paglia fin dal settecento.
Proseguendo per Falerone, famosissima per il suo parco archeologico, abbiamo l’occasione di rivivere le tradizioni culturali: ogni seconda domenica di agosto infatti, viene organizzato il ballo della Nzegna, dove si danza in tondo a carri votivi di grano per ringraziare l’abbondante raccolto.
Per raggiungere Servigliano, proseguiamo per la SP239 e possiamo ammirare la sua fondazione settecentesca, di impianto urbanistico elementare e razionale. Una curiosità: il paese è diviso in rioni che la terza domenica di agosto si sfidano nel Torneo Cavalleresco.
A pochi km Belmonte Piceno, una tappa obbligatoria per chi è alla ricerca di rarità, il centro storico conserva infatti un’antica architettura Paleocristiana: la Chiesa di Santa Maria in Muris, una piccola struttura di origine benedettina con il tipico torrione di vedetta.
Da Belmonte passiamo alla vicina Monsampietro Morico, nota per le attività tradizionali dell’uncinetto e del tombolo, è un piccolo borgo dell’entroterra fermano che sorge su una ridente collina sulla riva del fiume Ete Vivo. Percorrendo un breve tratto, arriviamo alla frazione di Sant’Elpidio Morico prima di raggiungere Montottone, chiamato “lu paese de li coccià”. Qui la ceramica fa da padrone tra le tradizioni e i piccoli laboratori di vasai che mostrano cocci, terracotte e maioliche fatti a mano, diversi l’uno dall’altro e intrisi di una bellezza imperfetta.
A pochi minuti di strada, raggiungiamo Monte Rinaldo, territorio di frontiera nel Medioevo, le cui radici affondano in epoca romana e sono ancora visibili nel Santuario Tardo Repubblicano.
Il nostro itinerario si conclude con la visita di Montelparo, dove piccole viuzze in pendenza si raccordano con ripide scalinate. Arriviamo al termine con una particolare curiosità da visitare: il Museo degli antichi mestieri ambulanti che ci riporta ancora una volta a vivere le attività tradizionali ed il loro antico fascino. Se per tornare alle vostre mete passate per Porto San Giorgio, vi consigliamo di fare una breve deviazione a Marina Palmense dove si trovano botteghe che tramandano la tradizione del vetro e del ferro battuto.