L’escursione ad anello attraversa uno dei luoghi più suggestivi di tutte le Marche permettendo di ammirare panorami incomparabili dall’alto dello sperone roccioso su cui sorgono i paesi di Montefalcone Appennino e Smerillo.
L’escursione ad anello attraversa uno dei luoghi più suggestivi di tutte le Marche permettendo di ammirare panorami incomparabili dall’alto dello sperone roccioso su cui sorgono i paesi di Montefalcone Appennino e Smerillo.
Il panoramico balcone naturale si affaccia verso la catena appenninica permettendo di abbracciare con un solo sguardo le cime dal Gran Sasso ai Sibillini passando per i monti Gemelli e quelli della Laga con in primo piano l’Ascensione.
L’intera area è inoltre un grande giacimento fossilifero del Pliocene costituita da sabbie, arenarie e conglomerati. In un lontano passato, quando la zona era bagnata dal mare, costituiva assieme ai paesi di Penna San Giovanni, Monte San Martino e Force un unico litorale. Oltre che nei musei di Montefalcone Appennino e Smerillo (entrambi CEA, il secondo specializzato in orienteering) si può trovare riscontro del fenomeno attraversando la “Fessa”, una profonda e stretta apertura nella roccia, ricca di fossili del Terziario. Grazie alla quota, che nel punto trigonometrico supera i 900 metri, sono presenti boschi tipici del piano montano e sub-montano che per l’elevato interesse naturalistico sono stati inclusi dalla regione Marche nell’elenco delle Aree Floristiche Protette. Vi si trova infatti un elevato numero di specie di cui alcune alquanto rare e altre, presenti in forma cespugliosa, tenacemente aggrappate alle verticali pareti della rupe. L’intero bosco si estende su una superficie di quasi 30 ettari ed è ben conservato essendo stato “risparmiato” dalla soppressione in favore del recupero di terreno per colture agrarie preferendo la sua ceduazione.
Si inizia percorrendo il medioevale “Sentiero delle Ginestre” che nella seconda parte è rimasto lastricato come in passato e transita davanti ad un’edicola di notevoli dimensioni sovrastata da un arco in muratura. Si giunge all’abitato di Montefalcone Appennino in prossimità della chiesa in stile romanico di San Michele Arcangelo che ha titolo di pieve e origini farfensi. Sorge sull’area precedentemente occupata dalla chiesa di San Pietro in Porta. Proseguendo per le vie del borgo si incontra prima il Palazzo Felici, sede del museo e CEA al cui interno è anche conservato un polittico dell’Alemanno datato 1475, quindi una caratteristica loggetta cinquecentesca, probabilmente parte di un antico edificio farfense. Si arriva quindi al bellissimo balcone posizionato proprio sopra la strapiombante rupe di arenaria e da cui la vista spazia su un panorama indescrivibile e che rimarrà indelebile nei ricordi del visitatore. Si passa poi per la celebre Rocca medioevale con mura castellane che insieme al Falco è l’emblema di Montefalcone Appennino. Inizialmente eretta dai Farfensi come torre d’avvistamento e nel XIII secolo fortificata dai Fermani fu teatro di numerose tragiche vicende tra cui quella di Rinaldo di Monteverde. Dopo essersi inoltrati nella pineta del Monte Falcone si giunge all’isolata chiesetta della Madonna delle Scalelle del XV secolo il cui nome deriva forse dal sentiero usato per raggiungerla e il cui interno merita una visita per i pregevoli affreschi. Sorge in prossimità del Traforo del Valico delle Scalelle, opera realizzata interamente a scalpello e quasi unica nel suo genere.
Proseguendo si oltrepassa il punto trigonometrico per arrivare quindi al suggestivo abitato di Smerillo il cui nome sembra derivare dal falco Smerigio. Vi si trova un altro stupendo belvedere, a cui si accede transitando sotto un antico arco, da cui si domina l’intera valle del Tenna e da cui, per una sorta di illusione ottica, sembra quasi di trovarsi “sopra” i paesi di Monte San Martino e Penna San Giovanni. Da visitare anche la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria del XIV secolo, anch’essa ricca di importanti affreschi. In poco tempo si giunge alla “Fessa”, una profonda e stretta fenditura nella roccia di origine franosa, in cui ci si può rendere conto dell’importanza fossilifera dell’intero sito. Nella zona sono anche presenti sorgenti di acqua calda e sulfurea, oltre che cascate nelle parti inforrate del fosso Durano.